LA CINA E IL BLUFF AMERICANO

Nel mese di agosto i mercati cinesi hanno subito un forte calo, influenzando negativamente anche tutti i listini asiatici. 

Il trend negativo dei listini asiatici è stato imputato dalla stampa occidentale, ai provvedimenti del governo di Xi Jinping, orientati a ridurre la sperequazione dei redditi nella popolazione cinese e soprattuto, rafforzare il controllo sulle società operanti nel settore tecnologico attraverso nuove norme con il fine di contenere lo strapotere raggiunto fino ad ora.

L’Antitrust infatti impedirà alle aziende tecnologiche di impegnarsi in diversi tipi di monopoli contro la concorrenza. Alibaba, ad esempio è stata multata per 2,82 miliardi di dollari qualche mese fa per violazione delle norme di concorrenza.

Un esempio lo ritroviamo anche negli avvenimenti riguardanti Meituan, il colosso cinese della consegna di cibo a domicilio. Il governo ha imposto nuove politiche, che prevedono che Meituan debba fornire una migliore assistenza sanitaria ed un reddito superiore ai suoi dipendenti.

Prendendo come spunto questi provvedimenti, la stampa occidentale, ha gridato allo scandalo. Come se il governo cinese stesse andando contro tutte le regole del capitalismo, rischiando di far fallire le proprie società tramite l’imposizione di vincoli regolamentari nei confronti delle aziende tech. In realtà, ma ovviamente con modalità molto più soft, negli USA stanno attuando le stesse politiche, infatti negli Stati Uniti, alla fine dello scorso anno, la Federal Trade Commission (FTC), ha imposto a Facebook, la società guidata da Mark Zuckerberg, di vendere il social Whatsapp perché avrebbe violato alcune norme di concorrenza commerciale; nessuno però in qual caso ha gridato allo scandalo.

I mercati a seguito di tali affermazioni però, sono comunque andati in panico e hanno fatto calare le quotazioni delle società cinesi.

Cerchiamo di capire.

QUESTI SONO I QUATTRO PUNTI  DELL’ATTUALE POLITICA CINESE:

  1. La sicurezza nazionale: Il governo, cerca di limitare le capacità delle aziende tecnologiche cinesi quotate in USA, che tramite l'utilizzo di alcuni dati sensibili possono mettere in pericolo alcuni informazioni riservate e compromettere così alcune strategie.
  1. La stabilità finanziaria: Il governo cerca di limitare la possibilità che si creino troppi debiti inesigibili erogati da enti non bancari, con l’obiettivo conseguente di far confluire sulle banche statali il credito al consumo, così da avere la situazione economico/finanziaria in pieno controllo. 
  1. La politica della “doppia circolazione”: 
    • Focus sull’economia interna e sulle catene di approvvigionamento interne
    • Supporto continuo dei mercati di esportazione a livello mondiale: l’ultimo dato sull’export cinese parla di crescita record
  1. La stabilità e la mobilità sociale: Il governo ha, ad esempio, dato un segnale tramite l'introduzione di un limite di ore di accesso ai video-game da parte dei bambini e ragazzi sotto i 18anni, in quanto attività non ritenuta positive e salutare per la società, che incentiva invece lo sport. Il Consiglio di Stato ha inoltre ordinato alle società che si occupano di assistenza privata dopo-scuola di diventare entità senza scopo di lucro, in quanto percepite come penalizzanti per le famiglie a reddito medio-basso che non potevano permettersi rette dopo scuola.

In USA ad esempio, come spiegato in questo podcast, l’istruzione è privilegio dei ricchi in quanto, la fascia medio/bassa non può permettersi di fare studiare i propri figli nelle università più prestigiose. 

https://www.corriere.it/dataroom-milena-gabanelli/diseguaglianza-usa-universita-ricchi-cosi-college-tradiscono-sogno-americano/648da8f6-b7f1-11eb-add6-98a2b51489e2-va.shtml#

Ora per chiarirci, se qualcuno in modo provocatorio, mi chiedesse se volessi vivere in Cina, la mia risposta sarebbe assolutamente NO, ma come in tutte le cose, ritengo necessario guardare oltre le apparenze.

Pertanto questo tipo di decisioni, seppur “forti” e autoritarie, ritengo, e come me molti analisti, che saranno per la società cinesi premianti nel tempo, la prova è data dal fatto che circa 750 milioni di persone sono uscite dalla povertà in poco meno di trent’anni e la Cina ha contribuito per il 60 per cento alla riduzione del tasso di povertà mondiale tra il 1990 e il 2018.

Vi mostro questo interessante grafico, nel quale viene raffigurato il numero delle persone in povertà estrema nel mondo:

Come vedete, il dato in azzurro rappresenta l’INVARIATO tasso di povertà nel mondo negli ultimi 30 anni contro il dato rosso che ci evidenzia invece quanto in CINA sia diminuito drasticamente. 

L’obiettivo che sta perseguendo la Cina infatti, è quello di raggiungere una crescita qualificata e non più una crescita a tutti i costi.

Una notizia di questi giorni ci dice infatti che Alibaba, società tech presa di mira dall’Antitrust, ha annunciato che investirà 15,5 miliardi di dollari nei prossimi quattro anni, per ridurre le disuguaglianze nel Paese ed aumentare la diffusione della ricchezza. 

Non è un caso che oggi la Cina sia uno dei paesi maggiormente attivi nel processo di svolta ambientale (Auto elettriche in primis) con l’obiettivo entro il 2060, di un’economia a zero emissioni. 

https://www.geopolitica.info/la-cina-a-zero-emissioni-geopolitica-del-green/

Ora, poiché nel breve periodo la speculazione può sempre avere la meglio, nel lungo periodo quello che conta sono i numeri e gli stessi vanno sempre in equilibro, guardiamo questi dati:

  • La Cina è la 2° Economia a livello mondiale 
  • L’economia Cinese rappresenta il 16% del PIL globale, destinato a crescere, infatti dov'è l'anomalia? Guardate questo grafico: Gli USA hanno quota del PIL globale pari al 24% mentre “stranamente” il loro mercato azionario rappresenta il 55% della quota mondiale. 
  • La Cina ha contribuito al 42% della crescita globale negli ultimi 10 anni 
  • La sua popolazione rappresenta il 19% della popolazione mondiale 

Questo grafico invece rappresenta l’evoluzione dei maggiori partner di USA e CINA negli ultimi 20 anni:

Numeri alla mano è pertanto lecito chiedersi se per caso il calo dei mercati cinesi/asiatici non derivi da un bluff americano, che per motivi meramente speculativi, ha tentato nel mese di agosto, di farci credere che le aziende cinesi fossero sull’orlo del collasso, cosa assolutamente falsa, in quanto le aziende cinesi godono di ottima salute, se non altro perché possono contare su 1,398 miliardi di consumatori in continua espansione e crescita.

Le previsioni, (sempre numeri alla mano) ci dicono che la Cina supererà gli USA entro il 2028.

https://www.corriere.it/economia/finanza/20_dicembre_26/cina-superera-usa-2028-sara-piu-grande-economia-5-anni-d-anticipo-grazie-covid-69e597f8-475f-11eb-be4b-d2afc176960b.shtml

Un’analogia calzante al calo asiatico di agosto, ritengo possa essere il crollo dei mercati a marzo 2020, quando a causa del COVID, come ben saprete, tutti i mercati occidentali crollarono velocemente, sostenuti da un messaggio mediatico, che prevedeva un mondo sull’orlo dell’abisso. In realtà, 8 mesi dopo abbiamo scoperto che dopo il buco di marzo 2020 i mercati avevano superato le quotazioni raggiunte pre pandemia. 

Ritengo plausibile sostenere che oggi la medesima  situazione la ritroviamo in Cina ed in Asia in generale

Qui è e sarà la stessa cosa: il calo dei mercati asiatici rappresenta una incredibile opportunità, che verrà a breve sfruttata dai grandi fondi americani, infatti una società di ricerca specializzata in fondi (EPFR) ha di recente segnalato che gli investitori istituzionali, che hanno logiche di lungo periodo, stanno approfittando di questo storno per fare ingenti acquisti, come viene descritto in questo articolo. 

https://it.finance.yahoo.com/notizie/è-boom-per-il-primo-124402162.html

Del resto è noto a tutti che attualmente gli USA detengono il potere finanziario nel mondo, già nel passato abbiamo assistito a questo tipo di situazioni. Tra il 2011 e il 2014 riuscirono a tenere il tasso di cambio dollaro /euro il più sottovalutato possibile (1,40/1,50) a discapito di noi europei.  Mentre loro sfruttavano questo cambio favorevole, l’Europa viveva una delle sue peggiori crisi.

E come dimenticare quello che successe nella crisi dei mutui subprime? Quando per anni, dal 2003 al 2008, ci fecero credere che le obbligazioni immobiliare fossero AAA? Abbiamo poi scoperto che le cose non stavano proprio così...A tal proposito guardate il film “La Grande Scommessa” (The Big Short), spiega in modo efficace cosa sia esattamente successo il quel periodo.

Dobbiamo prepararci ad una dicotomia dei mercati. Occidente da una parte ed Oriente dall’altra, legate solo da un filo: rappresentato dalla  grossa fetta del debito pubblico americano in mano alla Cina.

I mercati finanziari potrebbero iniziare ad avere andamenti non più speculari. Pertanto, muoversi nella gestione del portafoglio in queste due aree rappresenterà in futuro una scelta basilare.

In conclusione, guardando in prospettiva, i mercati asiatici, ed in particolare il mercato cinese, sta offrendo agli investitori un punto di entrata che ritengo sia da sfruttare, così da implementare le posizioni che abbiamo già in portafoglio con un orizzonte temporale di medio periodo.

D’altronde, ormai due secoli fa Napoleone Bonaparte esprimeva così le sue sensazioni:

“Lasciate dormire la Cina, perché al suo risveglio il mondo tremerà”

Un caro saluto, 

Andrea

Ps: Vorrei ringraziare il mio consulente Michele, esperto in geopolitica e tecnologia per il prezioso supporto datomi nella stesura di questa newsletter.